domenica 14 aprile 2013

A l'amour comme à la guerre

Sono rimasta un po' indietro coi post, ma ora vedrò di recuperare il ritmo.

Cominciamo con questo viaggetto molto carino di più di un mese fa. Un sabato mattina, davanti all'ennesimo aperitivo, ci scrolliamo di dosso l'inverno e decidiamo, con alcuni amici, di fare un viaggio verso nord. La meta è la città di Chalkida, capoluogo dell'isola-regione di Evia. Può darsi che il nome oggi dica poco, ma in Italia si conosceva come Calcide ed Eubea: la prima fu la città nella quale morì Aristotele, e la seconda, precisamente ad Avlida (Aulide), ospita il porto dal quale partirono le navi per la guerra di Troia, dopo che Agamennone (non) condusse a termine il sacrificio di sua figlia Ifigenia. A dire il vero, nel tardo Medio Evo, questa zona era occupata dai Veneziani, e la città e l'isola intera avevano un nome italiano: Negroponte. Oggi questo nome si conserva ancora nelle stampe antiche degli storiografi, e nel ponte di colore nero che ogni notte, a mezzanotte, si solleva per lasciare passare le navi che transitano nel golfo dell'Eubea.

Atene-Chalkida: 78 km.

Il paesaggio è verde, l'inverno è stato ricco di pioggia e i monti e i campi sono lussureggianti, ma la primavera sembra ancora lontana. Comunque io sono dietro in macchina, e quindi dormicchio.

Quando arriviamo ci buttiamo a dormire (ancora) una siesta dettata più dalla necessaria preparazione alla serata che dalla stanchezza del viaggio. La sorpresa è, al risveglio, ritrovarci con la città illuminata...

La città di Chalkida si specchia nel Golfo di Eubea.

Ma la mattina seguente il paesaggio è ancora più bello. Sotto di noi si apre il lungomare, con una spettacolare rotonda e tutti i bar e i locali notturni e diurni che si possano immaginare. Si può vedere che la città si sviluppa su due lati: da una parte - quella nella quale ci troviamo noi - è ancora Grecia centrale, dall'altra è già isola di Eubea.

La vista dal 5 piano dell'hotel Paliria.

Visitiamo il Forte di Karababa, costruito nel 1684 dai Turchi per difendersi dai Veneziani, stranamente in stile veneziano e da un architetto con nome veneto, Beneto Girolimo Galoppo. Qui decido di fare onore al mio quarto di sangue veneto e scalare le mura del castello per dimostrare che non è così poi inespugnabile: antenati vendicati!

Difendendo l'onore della Serenissima.
Il paesaggio da lassù è molto bello: si vede il golfo dell'Eubea, sulla sinistra la città di Chalkida e sullo sfondo il nuovo ponte moderno stile Golden Gate. O, se me lo permettete, stile Puente de Rande a Vigo in piccolino. 


Chalkida e golfo di Eubea + ponte
Vigo e Ría + ponte di Rande











Il viaggio di ritorno verso Atene è allietato da una pausa pranzo sul lungomare, dove ci mangiamo l'impossibile. 

Il molo e il menù.
E qui, mentre il sole primaverile già dimostra la sua potenza bruciacchiandoci il naso, pigramente vediamo le navi partire, come partirono già più di 3000 anni fa per andare a una guerra, per conquistare una città, per scrivere la storia e perché la storia si facesse poema.

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