sabato 20 ottobre 2012

un sabato sulla costa attica (e non è una nave)

Mojito Bay - Attica
Oggi siamo stati al mare. Da quando vivo in Grecia, il mare è una realtà costante. È la prima cosa che vedi quando ti svegli al mattino e l'ultima che scorgi quando chiudi gli occhi la sera. È nella luminosità dei colori e nel profumo dell'aria, nel blu che accompagna il bianco, nel bianco che risalta il blu. Nel mare si tuffa il sole ogni sera, dal mare, ogni mattina, proviene la luce che risveglia la città bianca.

Quando vivi vicino al mare, senti la sua chiamata. Non puoi fare a meno, allora, di avvicinarti, bagnare i piedi. Poi, se il mare è come questo, caldo, trasparente, leggermente increspato dal vento, pieno di vita,  non riesci proprio a resistere ed entri. E quando sei dentro, ti ricordi che anche tu sei fatto d'acqua, che vieni dall'acqua, e che galleggi leggero e senza preoccupazioni nell'azzurro.

A sei chilometri da casa iniziano le spiagge. La stessa distanza che c'è tra Buccinasco e il Duomo, solo che qui, la cattedrale è fatta di conchiglie. Se segui la litoranea verso sud, costeggi la penisola dell'Attica: cinquanta chilometri di spiagge, insenature e golfi, penisole e isolotti in un paesaggio lunare di colline pelate e scarsi cespugli, pini marittimi piegati dal costante soffiare dei venti e sparuti complessi abitativi che si alternano a taverne e paesini abbandonati.

Vai fino a quando non vedi un posto che ti piaccia, poi devii dalla litoranea, posteggi la macchina di fianco alla spiaggia, ti metti il costume e ti tuffi. La gente si porta il pic nic, acqua in bottiglia e pitas (millefoglie ripiene di verdura, carne o formaggio feta) e passa il fine settimana al mare così, semplicemente. Ci sono ancora un po' di turisti da queste parti, vengono dalle navi da crociera che ogni lunedì attraccano al Pireo, ma la maggior parte dei bagnanti sono greci. Questa bellezza è a portata di mano, ed è gratis.

Quando sei stanco di mare, di sole e la pelle ormai ti tira per il sale, risali in macchina. Qualche chilometro più in là, all'estremità sud dell'Attica, c'è capo Sounion, dove 444 anni prima di Cristo costruirono il tempio di Poseidone. Lo vedi, quando le ultime curve ti dicono che la strada finisce, e che puoi solo tornare indietro. Dicono che, da lì, puoi chiedere ciò che vuoi e il dio del mare lo esaudisce. Sarà, io il mio bel desiderio l'ho espresso. Vediamo...


domenica 14 ottobre 2012

da casa

Good morning, Athens!



La mia casa ha una grande finestra con un balcone stretto sul quale posteggio le bici e appoggio i piedi quando faccio colazione con un buon yogurt greco. 

Da lì si vedono i quartieri della parte sud della città: Agios Dimitros, Neos Kosmos, Paleo Faliro, Pireo. Questo è un piccolo quartiere bohemio: si chiama Mets, ma siccome nessun taxista si ubica facilmente, bisogna aggiungere Pangrati, più popolare, meno chic però anche molto più conosciuto.
Atene è bianca e luminosa, e in giorni come questo si vedono le navi che viaggiano veloci dal Pireo dirette alle isole. Se si aguzza la vista, si possono distinguere anche le vele delle barche più piccole. Davanti, sulla destra, si intravedono i monti che formano il profilo di Salamina. Se non sanno di regata questi, non so chi.

Davanti a casa c'è un parco tranquillo. Beh, dev'esserlo per forza, visto che è il primo cimitero della città. Vi sono sepolte le personalità della politica, della cultura e dell'arte di Atene. Una necropoli a un passo dall'Acropoli.

Dietro casa, anche se non si vede, c'è un grande stadio di marmo bianco, il Kallimarmaro. Là gli antichi atleti gareggiavano le prime olimpiadi, e i moderni corridori scaldano i muscoli all'ombra di pini marittimi.  C'è anche chi fa yoga nel boschetto che tenta di sopravvivere all'arsura permanente, senza un filo d'erba e con la macchia mediterranea a spargere i suoi profumi.

Il cielo è quasi sempre azzurro, ed il mare spesso è blu. Quand'è così, è ora di acchiappare il costume, montare in scooter, e percorrere la Singrù Avenue, una specie di Vigevanese che però, invece di portarti all'IKEA, in quindici minuti ti conduce alle piagge metropolitane, come a Eden, dove due persone possono mangiare calamari fritti e insalata greca all'ombra delle cannette per 25 euro. Ovviamente, gli Ateniesi provano ribrezzo quando dici loro che hai fatto il bagno proprio lì, però per una milanese qualsiasi pozzanghera a più di dodici gradi è un ottimo pretesto per una nuotata.

Oggi è il 14 ottobre, ci sono 30 gradi e stiamo per andare in spiaggia. Ieri mio nonno ha compiuto 89 anni, e a Milano hanno acceso i riscaldamenti.