sabato 15 giugno 2013

L'ultimo concerto della ERT




Dear colleagues, fellow artists, musicians and managerial staff of State Radio Television Broadcasters worldwide,
This is a communication letter from all 3 Music Ensembles of the Greek Radio Television (ERT), which as you already know is now SHUT DOWN after a government decree. As of Tuesday the 11th of June 2013 the “National Symphony Orchestra” (est. 1938), the “Contemporary Music Orchestra” (est. 1954) and the Choir (est. 1977) of ERT have ceased their activities.The new institution that is proposed at the moment from the government there is no room for music whatsoever. Our very existence is at stake. We are asking for help and solidarity in any possible way. It is of the outmost importance to make them understand why a Public Television should include Music Ensembles. We would mostly appreciate a written formal statement of support (in both email and normal post if possible) addressed to the Greek government (Prime Minister’s Office, Ministry of Finance and Ministry of Culture, Ministry of State, GENERAL SECRETARIAT OF INFORMATION ANDCOMMUNICATION) and to your own respective governments as means of applying pressure for the existence and functioning of the Music Ensembles and ERT in general. A European country’s decision to shut down its national Broadcaster constitutes a major strike against democracy and culture that concerns all of us.
Music Ensembles of European Radio Television traditionally are pillars of civilization.
The unhindered artistic creation and freedom ofexpression is an essential part of the human existence.
The Musicians, Choristers and Managerial Staff of the Music Ensembles of ERT
PS. The importance of the situation demands your immediate response
Please communicate every action to the email of the Artistic Director of the Music Ensembles of ERT .
Mr. Markos Moissidis
markosmoissidis@yahoo.gr
Addresses needed
Minister Of State
Dimitrios Stamatis
Lawyer
Post. Address:
Maximos Mansion
19, Herodou Attikou str.
106 74 Athens, Greece
Telephone: (+30) 210 33 85 488
Fax: (+30) 210 33 85 274
e-mail: gramypep.gr
Ministry of culture and tourism
Minister: Mr. Kostas Tzavaras
Address: Mpoumpoulinas 20-22, 106 82 Athens
tel: +30 2131322100
fax: +30 210 8201138
Email: grplk@culture.gr
URL: www.yppo.gr
Ministry of Finance
Minister: Mr Stournaras Ioannis
Κ. Serbias 10,
105 62 Athens
tel: 210 337 5000

giovedì 13 giugno 2013

Un giorno alla ERT.

Martedì 11 giugno, poco prima della mezzanotte, il Governo greco ha annunciato, con un decreto legge, che chiudeva la Radio e la Televisione pubblica. Punto.

Alle 12 precise, lo schermo della tv è diventato nero: il primo canale, il secondo canale, il terzo, quello culturale, e Kosmos, la radio che ascoltavo per rilassarmi, tutto sparito, non esiste più niente. 

Lo schermo delle tre reti pubbliche da martedì notte.

Mercoledì 12, gli impiegati della ERT si sono barricati nella sede dell'azienda e non sono più usciti. I mezzi di comunicazione sono entrati in sciopero 24 ore. La sera è venuta giù un'acqua del demonio. Si prepara lo sciopero generale.

Giovedì 13, ieri, Marta, un'amica spagnola, mi chiama e mi dice che ha un contatto per entrare alla ERT. Me la sento di andare? Me la sento.

Appuntamento all'una in Syntagma con Toña, un'amica greca. Non so perché, ma qui finisce sempre che ci troviamo una spagnola, una greca e un'italiana in puro stile PIGS. La situazione è tranquilla, la metro funziona: andiamo.

Nove fermate in direzione nord-est e siamo ad Agía Paraskeví. Uscendo, la sensazione è che tutti quanti si siano riversati per le strade, una parte va nella direzione verso la quale ci stiamo muovendo noi, un'altra va verso la metro per andare in centro. Molta gente. Bandiere. Sit in. Proteste. Cartelloni. Non una manifestazione ordinata, ma tutti i greci per strada.

Viale Mesogeion (Mediterraneo) all'una e mezza circa. La manifestazione, di ritorno dalla sede della ERT,
 si muove verso la metropolitana in direzione Syntagma.

La gente aumenta di numero a mano a mano che ci avviciniamo alla ERT. L'ingresso si fa difficile perché sono tutti lì asserragliati. I cancelli verdi sono spalancati, gli altoparlanti emettono a ciclo continuo le notizie, gli speciali, persino lo sport. Lá dentro nulla si è fermato, tutti continuano a lavorare.


La sede della ERT occupata e la protesta.

Con un poco di sforzo oltrepassiamo i cancelli ed entriamo nel giardino. In giro telecamere, furgoni attrezzati per la diretta, giornalisti di tutto il mondo che intervistano e rilasciano interviste. La situazione è meta-televisiva: la tv riprende se stessa, la notizia diventa notizia. 

Equipe televisive riprendono la televisione.

Famiglie intere in piedi o seduti sulle aiuole, con un caffè frappé in mano e l'aria preoccupata ma niente affatto spaventata, piuttosto in attesa. C'è persino un prete, che è qui perché un suo parente è uno dei quasi tremila impiegati lasciati a piedi dall'oggi al domani.

Padre Costantinos (che non rilascia interviste).

Facendoci largo tra la folla, ci avviciniamo all'ingresso. È un edificio alto, in cemento, con moltissime finestre tutte aperte, con striscioni e giornalisti da tutte le parti e molta, molta gente. Quasi non si riesce a parlare dal rumore degli altoparlanti.

La ERT.

Entriamo, oltrepassando la barriera umana creata dai giornalisti, perché il contatto di Marta (un anarchico greco di quasi due metri) ci aspetta all'ingresso e ci indica con il dito: tu, tu e tu, dentro.

"La rivoluzione non verrà trasmessa per televisione".


L'ingresso è pieno di gente. Davanti alla parete formata da foto delle stelle della radio greca si prepara la resistenza.

Preparando le bandiere.

Saliamo al primo piano: quello della musica. Il corridoio è ricoperto dalle foto dei grandi compositori e dalle gigantografie di pentagrammi dappertutto, persino nelle toilettes. 

Sic!

L'Orchestra e il Coro della RadioTV non esistono più, e sono saltati tutti i concerti previsti, tra i quali il Requiem di Verdi per il quale avevo già due biglietti. Mi sono lamentata qui http://atenasdigital.com/2013/06/13/requiem-por-la-musica/.

Parlo con il direttore, il Maestro Markos Moissidis, il quale è allibito: a che altra entità pubblica toccherà dopo di loro? E perché il mondo culturale europeo non li appoggia? Gli dico che scriverò alla Scala: vediamo se mi considerano.

Il direttore dell'Orchestra della ERT guarda dalla finestra del suo ufficio i manifestanti.

Secondo piano: radio. Una giornalista ci racconta che non mollano anche perché, per loro, è normale passare giornate intere chiusi lì dentro a dare notizie: l'hanno fatto con l'Afghanistan, con gli USA, con il mondo intero. Solo che ora la notizia sono loro stessi.

ON AIR

Nello studio di registrazione "E" si riuniscono i giornalisti di tutti i mezzi di comunicazione. Preceduti da un emotivo discorso del Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Franco Siddi, prontamente venuto ad appoggiare i colleghi, votano se continuare lo sciopero e l'occupazione o no. La votazione si fa per alzata di mano, da dietro i leggii della sala della musica. Democrazia diretta Very Greek Style :)

Rappresentanza dei giornalisti dei mass media di tutta Grecia.

Al terzo piano ci sono gli studi televisivi. Facciamo amicizia con i cameraman che ci fanno entrare nello studio del TG. Le giornaliste, che fino a ieri vedevamo alla tele, oggi emettono in streaming. Però continuano a lavorare.

Negli studi del TG.

Alle cinque, dopo le prove di un concerto previsto per oggi con cantanti e musicisti uniti per appoggiare i colleghi, si registra un brano di Tchaikovski: i ragazzi che questa mattina organizzavano la diffusione in rete delle notizie ora abbracciano i loro strumenti. Dallo studio di registrazione aspettiamo che la musica inizi, e ce ne andiamo senza disturbare.

Eisikía: silenzio!

Emergiamo da questa giornata in ERT distrutte ed emozionate. Non abbiamo quasi mangiato né bevuto nulla, siamo state catapultate dagli eventi, abbiamo rincorso le persone e tentato di afferrare ciò che sta succedendo. Perché, invece di mandare a casa gli alti dirigenti collocati dai partiti che guadagnavano cifre da capogiro senza andare a lavorare si preferisce far perdere il lavoro, dall'oggi al domani, a migliaia di persone che vivono con uno stipendio che va dai 900 ai 1400 euro al mese, con laurea, esperienza e concorso pubblico approvato? 

Inconcepibile, no? Certe cose, è vero, non si possono proprio capire. Però sentire sì.

Per tutti gli amici della ERT: EFXARISTÓ KAI KALÍ TIKI!
GRAZIE E BUONA FORTUNA!